Ašūr Fannī (Algeria)

أنا لن أدخل الحرب
فالحرب قد دخلت في الخيال
ولا فرق بين انتصار وبين هزيمة
ولن أدخل السلم
إن كانت الحرب كارثة
فالسلام جريمة
أنا لن أدخل الحرب
لن أدخل السلم
بل سأوسع حربي القديمة
وأحرر ما حبسوا من دمي في البنوك
وأفسد ما زينوا فوق
جمجمتي من وليمة

Non andrò in guerra
la guerra è già entrata nell’immaginario
e non c’è differenza fra vittoria e sconfitta
non andrò in pace…
se la guerra fosse una strage
la pace sarebbe il suo crimine
Non andrò in guerra
né in pace
invece estenderò la mia guerra antica
e libererò il mio sangue prigioniero in banca
danneggerò il banchetto che hanno allestito
sopra la mia testa

سوف نفرح هذا المساء
بما يتيسر من أغنيات
وما يتوفر من أصدقاء
مثلما يفرح الحيشي بحبة قمح
ويحتفل العربي بقطرة ماء
وكما ينتشي الغائبون
إذا استنشقوا نسمة الأهل
والأصدقاء
وكما يهتدي
الحائرون بنجمتهم
حين تخذلهم أنجم في السماء

Stasera festeggerò
con le canzoni accessibili
e con gli amici disponibili
come quando l’Abissino festeggia per un chicco di grano
e l’Arabo per una goccia d’acqua
e come si ubriacano gli assenti
quando fiutano l’odore di casa
e degli amici
e come vengono guidati i confusi dalle loro stelle
quando li abbandonano gli astri in cielo.

 

Ašūr Fannī è nato nel 1957 a Sétif, nell’est dell’Algeria. Ha conseguito un diploma di laurea in economia e attualmente insegna economia politica e dell’informazione presso l’ISIC. Ha pubblicato due raccolte di poesie, Zahrat ad-dunya (Il fiore della vita), Dār al-Farābī, Algeri 1994 e Ragiul min ghabār (Uomo di polvere), Manšurāt al-Ihtilāf, Algeri 2003, da cui sono tratte le poesie che qui presentiamo in traduzione (pp. 66-71).