Muhammad as-Salhi

M. as-Salhi, Ahfar bi’ran fi samà’i yalih ata‘attar bi-ddahab, Arabìsq, al-Qàhira 2009

Muhammad as-Salhi, altro giovane poeta marocchino appartenente al movimento di poesia contemporeaneo, pubblica una doppia raccolta per Arabesque. A differenza di Abdel Ilahi Salhi e Jalal el-Hakmaoui, as-Salhi si distingue per una poesia più minimalista, saldamente ancorata nel verso libero, che si libera anche nell’impostazione grafica del testo.

La prima parte della raccolta, intiolata “Scavo un pozzo nel mio cielo”, porta un esergo di Fernando Pessoa, e in effetti il dosesasiego è la chiave di lettura dei testi presentanti come in Yad:

Se una sola mano
soltanto
una mano
sola.
Ah,
se una mano.
Una mano
sola
soltanto:
Ah, se, una mano,
se.

Il Marocco si conferma il luogo della produzione poetica più d’avanguardia nel panorama letterario in lingua araba. Ciononostante, il settore lamenta la mancanza di finanziamenti che permettano ai giovani poeti di essere pubblicati, tema che non manca di essere al centro di numerosi dibattiti organizzati nel paese e del quale anche Salhi si fa portavoce. Destino, che è condiviso questo della poesia, che non fa guadagnare gli editori, condiviso dia poeti di tutto il mondo.

Il poeta dunque, è messo da parte, poiché non è produttivo…, ha avuto modo di affermare l’autore.

A un palmo da
Cosa
guida la fronte
nell’oscurità
e non è la mano,
e quale il vantaggio
di un occhio che non vede
non lontano
e se
fosse
una perla.
Quale il vantaggio della perla
e tu
a un palmo dal
m
i
o
o
r
e
c
c
h
i
o.

La seconda parte del volume è dedicata al poeta preislamica al-Khutay’a e presenta una serie di brevissime poesie che fanno riferimento all’immaginario arabo, quasi delle definizioni poetiche:

Ipotesi
E
se il diavolo
avesse tentato Adamo.
Adamo avrebbe tentato
Eva?

Destino
Guardatelo
scopre
l’oro
cercando
il rame.
Guardatelo.