Bahr as-samt

Y. Saleh, Bahr as-samt, Manšuràt al-ihtilàf, al-Giazà’ir 2001

Classe 1966, Yasmina Saleh vince nel 2000 con questo romanzo il premio Malek Haddàd per il romanzo, rivelandosi come una dei giovani talenti della letteratura algerina in lingua araba.

Il volume riporta al termine, come data, “al-giazà’ir fi zaman al-huzn wa as-samt”, in riferimento a un periodo triste della storia algerina, al quale la scrittrice dedicherà poi un altro recente romanzo, Lakhdar.

Il romanzo è incentrato sul rapporto con il padre e sulla memoria visto dal punto di vista di un io narrante maschile, il padre appunto, modalità che la giovane autrice condivide con altre due più note scrittrici algerine: Assia Djebar, che lo affronta in La disparition de la langue française e Leila Sebbar che scrive Je ne parle pas la langue de mon père.

Se, tuttavia, Djebbar e Sebbar affrontano il legame conflittuale con il padre in lingua francese, Saleh lo fa in lingua araba, portando lo sviluppo della scrittura di donna in questa lingua un passo più in là. Dopo aver utilizzato l’io per narrare, si ritorna alla terza persona, ma al maschile.

Gli anni in cui Saleh scrive, quelli del terrorismo, non le permettono di affrontare direttamente il tema, per poter narrare del quale dovrà attendere un distacco temporale, ed ella quindi sceglie di interrogarsi sulle motivazioni che possono aver condotto il paese alla situazione in cui si trova. Per far questo, come molti altri autori algerini, sceglie di ripercorrere la storia dell’Algeria a partire dalla guerra di liberazione.

L’io narrante, dunque, racconta alla figlia la propria esperienza, che coinvolge la relazione con la madre e il determinarsi di un rapporto conflittuale con la figlia nel tentativo di instaurare un dialogo che, in un periodo di tensione, sempre più che mai necessario.

Al contempo compie un percorso personale di cambiamento di se stesso per poter uscire da un ruolo, quello del padre, che viene imposto da una società tradizionale e che, pur percependo come in qualche modo “sbagliato”, fatica a essere modificato.

Il romanzo dosa in maniera equilibrata il flusso di coscienza e la narrazione di fatti specifici fino alla catarsi finale.

(nel prossimo post un estratto tradotto)