Ahmad Rida Huhu

A. R. Huhu, Al-a’màl al-kàmila, vol. 1 Al-qisas, Manšuràt al-Ikhtilàf, al-Giaza’ir 2001

Ahmad Rida Huhu (Ahmed Reda Houhou) nasce nel 1911 a Sidi ‘Aqba, nei pressi di Biskra. Dopo aver compiuto gli studi in arabo e in francese, partecipa al movimento di liberzione nazionale, viene arrestato dai francesi e muore nel 1956, pur libero, in seguito alle torture sopportate in carcere.

Viene considerato il primo scrittore algerino moderno in lingua araba, in particolare per il suo racconto lungo Ghàdat umm al-qurà ed è autore di numerosi romanzi e novelle. In particolare è noto per i suoi “Dialoghi con l’asino” che narrano di un protagonista che ogni giorno intrattiene conversazioni con un asino, appunto, su temi diversi, legati alla situazione politica e sociale della sua epoca. Ironici ma al contempo estremamente critici.

La giovane ma orami ben piazzata sul mercato casa editrice indipendente Al-ikhtilàf – ha da poco intrapreso una joint-venture con Arab Scientific Publisher per la pubblicazione in contemporanea di volumi in Algeria e Libano – oltre a pubblicare numerosi giovani autori che scrivono in lingua araba qualche anno fa ha intrapreso la pubblicazione delle opere complete degli autori più importanti e Rida Huhu è fra questi. In questo primo volume, oltre a Ghàdat umm al-qurà, viene presentata la maggior parte dei racconti dell’autore (fra cui Fatàt ahlàmi, La ragazza dei miei sogni, che potrete leggere domani).

Rida Huhu mi piace per il modo diretto in cui racconta la quotidianità, per il suo costante interesse – e il suo coraggio per i tempi – nell’affrontare determinati temi, come quello della condizione della donna, sempre con un’aria ironica.

Proprio questa vena ironica costituisce la principale caratteristica della sua scrittura e, al di là delle diverse letture che ne sono state fatte (a esempio da Waciny Laredj e Bachir Mefti), il motivo per cui varrebbe la pena tradurlo anche in italiano e per cui vale la pena ricordarlo. I suoi racconti non hanno perso in nulla in freschezza e costituiscono, lo si voglia o no, una delle manifestazioni della letteratura araba moderna.