J. sacco, Palestina. Una nazione occupata, Mondadori, Milano 2002.
Negli ultimi tempi ho riscoperto i fumetti grazie a mio figlio adolescente. E devo dire che, come al solito, quando si comincia a interessarsi di un tema, si scoprono sempre cose interessanti o perlomeno a me capita così. Lo so, è un’osservazione banale, ma tant’è.
Come anticipato qui, sono “passata” a leggere Palestina di Joe Sacco.
Se Habibi mi è piaciuto perché porta all’attenzione un tema, quello della violenza sessuale, che non viene mai denunciato abbastanza e perché contemporaneamente propone un’immagine dell’Islàm ben diversa da quella veicolata in genere, leggere Palestina è stata un’esperienza, come dire, più emotivamente coinvolgente.
Leggendo alcune recensioni ho trovato che diversi commentatori affermano che l’autore non prende parte per nessuno, si limita a osservare. Non so, a me non sembra così. E’ vero che vengono sentite le ragioni degli uni e degli altri, entrambe degne di attenzione, ma persino i disegni – che sono veramente a forte impatto – trasmettono un senso di malessere e quasi fastidio (perlomeno questa è stata la mia reazione). Cosa che trovo estremamente positiva.
Da leggere assolutamente.