Editoria araba, letturearabe, facebook e il ragionamento logico

Il 28 aprile Editoria araba ha pubblicato un post dal titolo “Le anime (poco) arabe del Salone del Libro di Torino 2016”, che potete leggere qui.

E le è capitata più o meno la stessa cosa che è capitata al mio post su Khaled Khalifa. Ossia al post sul sito un paio di commenti normali, mentre su facebook si è passati agli insulti o alle prese in giro con toni francamente pesanti.

Trovo in entrambi i casi alcune cose in comune:

  • L’insulto e la presa in giro (nel caso di editoria araba il post con i commenti da fb è poi stato tolto, cosa ancor più grave perché insultiamo, gli insulti girano e poi magicamente facciamo sparire il tutto). Questo tipo di commento ha un nome preciso e si chiama “fallacia”, ossia vizio di ragionamento logico, nello specifico si insulta o prende in giro per evitare di discutere nel merito dell’argomento. E così, appunto, non se ne discute e tutto resta uguale.
  • Il contestare il diritto di esprimere un’opinione diversa da quella di un gruppo. Personalmente non condivido tutto quello che ha scritto Chiara Comito – credo per esempio che l’appartenenza a una letteratura, se ancora esiste, vada ben al di là del fatto di essere scritta in una certa lingua – ma le riconosco pienamente il diritto di esprimersi così come ha fatto e di dire che ci sono cose che non le piacciono o che non condivide. E ci mancherebbe.
  • Il fatto che tutto ciò avvenga su facebook. Credo che sarebbe meglio scivere nei commenti al blog. Da quando ho aperto letturearabe io ho “censurato”, diciamo così, un solo post – di insulti pesanti – ma nemmeno tanto perché era di insulti, quanto perché con me insultava altre persone che nulla hanno a che fare con questo blog. Su facebook si creano lobby ed enclave, fazioni opposte che sostengono o denigrano un’affermazione o una posizione, ma non aiutano la discussione che dovrebbe servire ad andare avanti non a scaricare i nostri personali livori.
  • Sono convinta che sia letture arabe che editoriaaraba – ognuna con il proprio linguaggio, molto diverso, e le proprie idee – abbiano spesso rivolto l’attenzione a questioni che riguardano la lingua e la cultura/letteratura araba in Italia, un esempio per tutti la traduzione, anche se purtroppo senza grandi risultati. Sarebbe bello se ogni tanto, anziché insultare, ci si sedesse a un tavolo per confrontarsi e “fare” qualcosa.

2 Risposte a “Editoria araba, letturearabe, facebook e il ragionamento logico”

  1. Gentilissima Iolanda Guardi,
    Trovandomi in qualche modo coinvolta nell’episodio del 28 aprile cui si riferisce nel suo post, poiché i diretti interessati tacciono, forse impegnati in altre cose, mi sento in diritto e in dovere di avanzare alcune precisazioni:
    – in primo luogo, i diretti interessati hanno porto le loro scuse alla signorina Comito, quindi mi sembrava che il caso fosse da considerarsi chiuso;
    – In secondo luogo non ci sono stati insulti ma si è trattato di uno scherzo, sicuramente di cattivo gusto, ma parlare di insulti è esagerato e soprattutto inesatto;
    – Mi pare che tornare ancora su un episodio così insulso e banale denoti una volontà di sottoporre a gogna mediatica qualcuno contro il quale si nutrono dei livori, un’occasione d’oro per sfogare vecchi rancori, e questo mi sembra proprio il modo atto ad acuire quelle rivalità di cui parlava nel suo post;
    – Enfatizzare un episodio così insipido , per il quale sono state porte e accettate delle scuse, mi sembra un voler far passare da vittima la signorina Comito, che nel suo articolo del 28 aprile esprimeva giudizi pesanti e non argomentati su diverse tematiche, e da carnefici gli artefici di un un post tutto sommato scherzoso, anche se sicuramente fuori luogo.
    – Cosi facendo, a mio giudizio, non si fa che allargare il fossato, anziché cercare quel dialogo costruttivo che lei sembrerebbe auspicare.
    – Mi sembra appena il caso di far notare come la suddetta signorina abbia “tolto l’amicizia” a tutte le persone coinvolte nel fatto, non dimostrando certo una volontà di chiarimento e di dialogo, ma solo un desiderio di ‘vendetta’ tanto puerile quanto stizzoso. Non certo la strada migliore per favorire il dialogo e la formazione di un ambito culturale condiviso.
    – Distinti saluti,
    – Federica Pistono

    1. Personalmente non nutro nessun livore contro le persone coinvolte, semplicemente perché non le conosco. E non mi interessano le gogne mediatiche.
      Da ultimo non so – e nello specifico non mi interessa – se e a chi Comito abbia tolto l’amicizia.
      Mi spiace che continuamente l’evidenziare alcune questioni di metodo porti solo a precisazioni così. In questo post, come in altri, non ho scritto nomi proprio perché non mi interessa la singola persona da stigmatizzare (del resto i post sono stati cancellati quindi nessuno li può più vedere).
      In ogni caso grazie per le precisazioni.

I commenti sono chiusi.