Incredibilmente, nella long list del Booker Prize di quest’anno compaiono ben due, dico due autori algerini che scrivono in arabo, Waciny Laredj e Habib As-Sayah. È vero che qualche anno fa nella long list era comparso Bachir Mefti con Dumiat an-nahar e che Waciny Laredj, se non ricordo male, era già stato inserito almento altre tre volte sempre nella long list, ma due contemporaneamente è un fatto che merita attenzione.
E non due autori qualunque. Su Waciny Laredj c’è poco da dire: è uno dei migliori scrittori in lingua araba, ha scritto romanzi eccellenti, ha vinto quasi tutti i premi che è possibile vincere è tradotto in molte lingue (purtroppo in italiano se ne può leggere solo uno Don Chisciotte ad Algeri, pubblicato da Mesogea). Ogni suo romanzo – o quasi – è ipotesto dell’altro, ed eccelle nel romanzo storico postcoloniale. Ma non è tradotto in inglese.
Habib As-Sayah (sì sì As-Sayah) è, a mio parere, anch’egli uno dei migliori. Ha scritto numerosi romanzi tutti molto belli, è una persona molto fine e molto piacevole con cui conversare di letteratura. Non è tradotto in nessuna lingua. Il romanzo, dopo essere stato inserito nella long list, è già addirittura uscito, con un’altra copertina, in Iraq e Libano. In-cre-di-bi-le.
La presenza nella long list ha scatenato una serie di articoli, specialmente su As-Sayah – Laredj è già molto conosciuto – in inglese. Addirittura sulla letteratura algerina in traduzione in generale, come questo, che, anche se comincia con questa frase:
As Algeria approaches another momentous step in its political history with a presidential election that, like Brexit, could happen or not but probably yes rather than not…
che non vuol dire niente, almeno rende conto di una letteratura che esiste e nota la mancanza di traduzioni dall’arabo di letteratura algerina.
Insomma, pare ci sia accorti che esista una letteratura algerina in lingua araba e io ne sono molto contenta.
Però.
Quali sono i romanzi per cui i due autori sono entrati in long list?
Waciny Laredj, May; un romanzo che ricostruisce la figura di Mayy Ziyyade e che, mi vien da dire, ci voleva, perché la poeta viene presentata anche per i suoi scritti non poetici e la sua sensibilità in relazione alla non-presenza della donna nella scrittura e nel campo intellettuale e non solo come poeta cristiana come ebbi a leggere tempo fa, come se l’appartenenza a una religione o all’altra determini il fatto di essere una brava poeta o meno. Come ebbe a scrivere Ziyade stessa:
كيف للمرأة أن تتكلم وهي غير موجودة في الكلام؟
Habib As-Sayah, Ana wa-Hayim. Il romanzo narra dell’amicizia tra due giovani algerini, uno ebreo e l’altro musulmano.