Le Mille e Una Notte di Lidelab

 

 

 

 

 

 

 

LE MILLE E UNA NOTTE. IV ORA. “Il fuoco che arde nelle mie ossa”

LideLab, dal danese “laboratorio del piacere e del dolore”, è un collettivo di artiste indipendenti under 35, che ha l’obiettivo di creare performance che giocano con il paradosso e la meraviglia.

Silvia Rigon Concept, regia, drammaturgia
Lucia Menegazzo Regia, Scenografia, ideazione e realizzazione figura
Barbara Mattavelli Attrice, puppet master
Federica Furlani Sound design, musicista, performer
Christina Lidegaard Producer

[Ho avuto la fortuna di vedere questo spettacolo in anteprima. Il debutto nazionale si terrà  a Spoleto62 Festival dei 2mondi il 29 e il 30 giugno. Con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/ Kilowatt Sansepolcro)
e RAMI – Residenza Artistica Multidisciplinare Ilinxarium
www.lidelab.it | [email protected] | @lidelabtheatre
Se appena potete, andateci!]

Recensire un libro , uno spettacolo o qualunque altra espressione artistica che abbia a che fare con le Mille e Una Notte è un’impresa difficile. Difficile perché è un testo che è stato sfruttato da sempre da chiunque e, come afferma Ulrich Marzolph “l’approccio dei ricercatori dopo Galland dice di più sull’atteggiamento occidentale nei confronti dell’Oriente che sul testo stesso”. Quest’ultima affermazione è sicuramente vera per quanto riguarda le produzioni italiane. L’italiano, infatti, è l’unica lingua che conta ben oltre 100 traduzioni della storia di Shahrazàd, numero che fa riflettere se non altro sul fascino che questa storia ha esercitato ed esercita nel nostro paese.

La realizzazione scenica poi, presenta non poche difficotà: sicuramente la mole del testo – un proverbio arabo afferma che non si possono leggere tutte le Mille e Una Notte senza poi morire – che spinge in genere a scegliere alcune delle storie da trattare e in secondo luogo, anche in questo caso, il confronto obbligato con tutto quanto è stato prodotto precedentemente, a cominciare dalle pellicole Il ladro di Baghdad (1924) per finire con Le mille e una notte di Miguel Gomes (2015) che traspone la storia nella contemporaneità.

La domanda che ci si pone dunque, osservando tutta questa produzione è: resta ancora qualcosa da dire? Lidelab dimostra di sì. Una delle lacune più eclatanti, infatti, analizzando lo sterminato materiale a disposizione, è l’assoluto disinteresse per il personaggio femminile Shahrazàd, per la sorella Dunyazàd e per il discorso sul desiderio che attraversa tutta l’opera. In una parola la lettura condotta fin qui è una lettura sicuramente colonialista (coloniality), che nemmeno inserisce le donne nella categoria “donna” ma le rende completamente invisibili. Lidelab allora, con questo primo quadro – l’opera è un quadrittico – punta i riflettori sul desiderio e sulle donne, in questo attirando l’attenzione su un altro aspetto totalmente ignorato dalla letteratura sul tema: che Le Mille e Una Notte siano scrittura di donna. Alcuni studiosi del periodo classico della letteratura araba, infatti, come Ibn Nadìm nel suo Al-fihrist ci dicono chiaramente che il testo, di origine persiana, è stato scritto da una donna e ne fanno anche il nome: Al-Humà’i.

Lo spettacolo, per la drammaturgia di Silvia Rigon, che grazie ai suoi studi in lingua e letteratura araba ha strumenti in più per la lettura del testo, è magistralmente recitato da Barbara Mattavelli. Particolare attenzione è stata posta alla scenografia, di Lucia Menegazzo, minimale ma assai significativa e al costante anche se non esplicito dialogo fra Shahrazàd e la sorella Dunyazàd, interpretata dalla musicista Federica Furlani. Rigon e Menegazzo, che firmano la regia, riescono a portare in primo piano la protagonista delle storie delle Mille e una Notte e ad attualizzarne il messaggio, quello della ribellione alla violenza e al potere, in una lettura che mi pare sicuramente decoloniale e particolarmente all’avanguardia, sia dal punto di vista concettuale che della performance. Per questo e molto altro consiglio la visione dello spettacolo e resto in attesa dei prossimi quadri del progetto.