Il silenzio di Maometto

S. Bachi, Il silenzio di Maometto, trad. dal francese (Algeria) di G. Amaducci, epoché, Milano 2009

“Poi la sua voce si spense, prigioniera, incastonata nella notte. Avrebbe potuto durare a lungo, lui e io legati fino alla fine dei tempi come due esseri sperduti nel deserto, divorati dai venti che sferzano rive immemori. Come statue pietrificate, siamo andati oltre la parola: nel silenzio di Maometto.”

Questa la bellissima chiusa de Il silenzio di Maometto, un libro che si legge in un soffio, senza respirare.

Basato principalmente sulla sìra e su altre fonti arabe il volume è tuttavia un romanzo che tutti possono leggere e presenta la vita del Profeta vista da punti di vista differenti, voci che ci narrano Muhammad nel privato e nel pubblico.

E attraverso queste voci la figura di Muhammad emerge come complessa, articolata, lontana dall’atteggiamento manicheo che lo vuole da un lato umano ma quasi perfetto, dall’altro incline alla violenza e dunque da disprezzare e che ce lo restituisce nella dimensione che a noi più piace: umana.

Leggendo il romanzo non abbiamo potuto fare a meno di pensare al testo di Maxime Rodinson, Maometto. Il grande studioso, al termine del volume scrive:

“Era un credente divorato dall’amore e dal timore per il suo Dio e un politico pronto a qualsiasi compromesso. Mentre nella vita normale era dotato di poca eloquenza, in un breve periodo della sua vita seppe trarre dal subconscio testi di sconvolgente poesia. Era calmo e nervoso, coraggioso e pauroso, sincero e falso, dimentico delle offese e atrocemente vendicativo; era orgoglioso e modesto, casto e voluttuoso, intelligente e, sotto certi aspetti, straordinariamente ottuso. Ma c’era in lui una forza che, assecondata dalle circostanze, ne fece uno degli uomini della storia che sconvolsero il mondo.

Occorre veramente stupirsi di queste complessità e di queste contraddizioni, di queste debolezze e di questa forza? Dopotutto era un uomo tra gli uomini, sottoposto alle nostre manchevolezze, dotato dei nostri mezzi: Muhammad ibn ‘Abd Allah della tribù dei Quraysh era nostro fratello“.

Era nostro fratello. La miglior biografia del Profeta è stata scritta da un ateo.