I love Islam

P. Finucci Gallo, I love Islam. Cinque ragazze occidentali, single e modaiole, alla scoperta dell’Islam che conquista, Newton Compton Editori, Roma 2010

In linea generale, un libro come questo non rientra nei nostri acquisti tipici, visto il sottotitolo fa sì che lo inseriamo automaticamente in una certa categoria. Ultimamente poi, siamo reduci dalla lettura di un volume (del quale non citeremo il titolo) che, con la scusa di essere spiritoso e presentare il mondo dell’Islàm come vicino al nostro, non si è rivelato altro che un’accozzaglia di luoghi comuni e un testo a nostro avviso passibile di denuncia alla Commissione Pari Opportunità come lesivo della dignità delle donne.

I love Islam rientra in quelli che possono essere definiti libri di costume (forse). Il taglio è quello giornalistico; l’autrice cita moltissimi nomi di persona con cui ha parlato nello stile recentemente alla moda delle riviste femminili o degli inserti ai quotidiani, nell’intento di fornire una panoramica del mondo musulmano in relazione al femminile.

Si discosta da altri volumi del genere innanzitutto perché ben scritto, il che non è poco. Una lingua leggera, perfettamente in armonia col tono del volume, e molto piacevole da leggere.

Al contempo lascia trasparire una certa sensibilità nei confronti dell’argomento che tratta; certamente Finucci Gallo si è ben documentata e lo ha fatto parlando molto con le donne di cui ha voluto raccontare italiane e non e riesce a fornire un quadro estremamente variegato del mondo musulmano femminile e di quello occidentale (italiano nello specifico) che con questo mondo entra in relazione.

Anche i pregiudizi e i discorsi fra le cinque protagoniste del libro – cinque amiche italiane che per un motivo o per un altro entrano in contatto con i musulmani – vengono proposti con un tono che non urta.

Insomma un libro gradevole da leggere in vacanza.

4 Risposte a “I love Islam”

  1. proverò a leggerlo vincendo la mia ritrosia dopo l’orrendo “Io non mordo ve lo giuro” della stessa curatrice dicui sono involontaria e inganata collaboratrice

      1. Cara jolanda mi ha fatto piacere leggerti e conto di sentieri presto. Patrizia. (quanto al post di Anna Vanzan: Cara Anna scopro soltanto ora che il testo da te inviatomi via mail per Io non mordo ve lo giuro era “involontario” l’ho pubblicato esattamente come l’ho ricevuto e la stessa cosa ho fatto con gli altri testi. Un vero peccato che tu abbia trovato orrende le storie di vita così come le protagoniste le hanno raccontate).

  2. cara Patrizia
    forse non ricordi la storia: c’era stata da parte tua la richiesta di una mia traduzione dal persiano di un racconto di Nahid Tabatabai – la scrittrice iraniana presente alla manifestazione di scrittori a S. Lazzaro di Savena dove ci siamo conosciute- accompagnata da una mia presentazione. è stata poi pubblicata solo la presentazione che, oltre a tutto, appare fuori contesto, non essendo io rientrante nella tipologia delle “intervistate”. senza contare il disappunto della autrice iraniana in questione.

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