Zabiba et le roi

Zabiba et le roi par son auteur, traduction sus la direction de G. Munier, Editions du Rocher, Paris 2003

Se il potere logora chi no ce l’ha – ed è sicuramente vero – non lascia tranquilli nemmeno coloro che lo hanno, se prima o poi, numerosi sono i capi di stato despoti o democraticamente eletti, che hanno sentito il desiderio di attribuirsi delle qualità di letterato e hanno dato alle stampe chi una racclta di racconti chi, come in questo caso, un romanzo.

Così, nel mondo arabo, già ‘Abd en-Nàsir ci aveva provato, seguito poi da al-Qadhdhafi (con una raccolta di racconti alcuni dei quali godibilissimi editi in italiano da manifestolibri) e, infine, da Saddam Husein.

Zabiba et le roi, infatti, pare sia stato scritto dal Husein e pubblicato nel 2000 in Irak. Diciamo ‘pare’ perché il volume non riporta il nome dell’autore e, stando a quanto contenuto nella prefazione di Munier, presidente dell’Associazione di amicizia italo-irachena, la paternità dell’opera è stata lasciata intuire inizialmente da Balel, quotidiano in mano al figlio dell’allora presidente.

Al seguito di questa relazione, sempre secondo Munier, la CIA avrebbe utilizzato il testo per riscrivere il profilo psicologico di Husein e anche il Mossad avrebbe organizzato un gruppo di ricerca per analizzare “le motivazioni dell’autore”.

Sia come sia il romanzo è strutturato come un classico romanzo a cornice della letteratura araba con il re, personaggio identificato con l’autore, che conversa sul potere con Zabiba, una schiava. Ambientato in Mesopotamia ne percorre la storia da poco prima della conquista dell’Islàm e fino all’epoca moderna. Zabiba, altro topoi, rappresenta la patria, l’Irak che viene violentata un 17 di gennaio data in cui scoppiò la prima guerra del Golfo.

Il potere del re è un potere in declino – egli infatti morirà alla fine del romanzo per lasciare il posto al ‘popolo’ che ricostruirà il paese con un nuovo slancio. Un testo moraleggiante e in alcuni punti francamente noioso che testimonia della volontà dei potenti di servirsi della letteratura per legittimare le proprie scelte.

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