Translating from Arabic into Italian

Non so come dirlo senza essere scortese con chi ha scritto il report: questo “studio” è completamente acritico. Un progetto ovviamente finanziato da Anna Lindh Foundation da Transeuropéennes e da L’Orientale di Napoli che – in theory – come descritto nel preambolo, è “una mappatura della traduzione nel Mediterraneo” e il report in oggetto si occupa di quella dall’arabo all’italiano. Anno di ricerca: 2010.

Cominciamo dalla Bibliografia, assolutamente manchevole che cita in particolare un numero de Il Traduttore Nuovo, rivista dell’A.I.T.I. Associazione Italiana Traduttori Interpreti, della cui redaizone per un po’ ho fatto parte, come contenente “contributions by the main Italian specialists and translators”. Invito a leggere il numero (ho fatto parte della redazione dopo l’uscita di questo numero, ci tengo a precisare). Il più recente dei testi citati, dieci in tutto, di cui solo tre direttamente pertinenti alla traduzione, è di dieci anni fa.

La “mappatura” poi contiene diverse imprecisioni, come l’affermazione che i romanzi di Mahfuz pubblicati da Newton Compton siano stati tradotti dall’inglese, cosa non vera poiché l’editore acquistò i diritti di pubblicazione da Mondadori che aveva commissionato le traduzione ad A. Pagnini e S. Bertonati, arabiste, che hanno tradotto dall’arabo come segnalato nel colophon dei volumi (grazie a Stefania per la segnalazione).

A pagina 12, poi, si afferma che Adonis sia stato pubblicato da Mondadori, mentre in realtà è Guanda che per lo più si è occupata di questo autore.

Quello che però mi ha colpito è il paragrafo dedicato alla censura – ma anche quello sui diritti d’autore non scherza. Intitolato “Censorship and Self-censorship” così recita: “Apparently translators do not censor their work, nor are they censored by publishers” (p. 20). Tutto qui. La vedo diversamente.

Sono convinta davvero che l’autrice del report abbia lavorato seriamente, piuttosto nessuno le ha fatto notare niente, come per esempio che, alla data della compilazione, 2010, esistono agenzie letterarie che acquistano finalmente i diritti degli autori e li propongono alle case editrici tutelando così i loro diritti che, fino a pochi anni fa, erano completamente nelle mani dei pochi traduttori presenti e, soprattutto, che la situazione sta cambiando per questo motivo e per il fatto che finalmente la traduzione dall’arabo sta uscendo dal monopolio accademico, vera anomalia italiana, poiché solitamente la gestione delle traduzioni da una lingua è in mano al mercato editoriale e non ai professori universitari.

Del resto qualche domanda avrebbe potuto porsela, una volta che, secondo le statistiche riportate nel report, addirittura se nel 1997 le traduzioni dall’arabo costituivano lo 0,12% del tradotto, nel 2008 sono addirittura scese allo 0,10% (fonte ISTAT, p. 15 del report). Si traduce molto di più dal latino e dal greco antico. Oltretutto lo studio considera anche testi non di letteratura e cita a mo’ d’esempio, in nota, il volume di H. Ali, Non sottomessa, che proprio con la traduzione dall’arabo non ha nulla a che vedere.

Sono molto triste.

Il report è scaricabile qui.

6 Risposte a “Translating from Arabic into Italian”

    1. io sono perfettamente convinta come ho accennato nel post, che chi ha svolto il lavoro lo abbia fatto seriamente, quindi non ho nessun motivo per infierire. il punto è un altro

  1. Salve, sono l’autrice del report in questione. Ho letto con interesse la sua recensione, e vorrei fare alcune precisazioni.

    L’impostazione generale del progetto Traduire En Mediterranée prevedeva lo studio della traduzione diretta, quindi le opere arabe tradotte in italiano dall’inglese o dal francese, non sono state considerate, o citate solo marginalmente (a mio avviso ci sarebbe voluto uno studio a parte, che però non era previsto, almeno in questa fase). Mondadori ha pubblicato Adonis in traduzione dall’arabo, mentre Guanda ha adoperato traduzioni francesi, quindi non considerate in questo studio. Quanto a Mahfuz, in un colloquio con la responsabile per la narrativa di NewtonCompton mi è stato detto che quando la casa editrice ha deciso di pubblicare l’opera omnia ha acquistato i diritti direttamente da AUC Press, ma dall’inglese, anche se sono restate alcune traduzioni già esistenti come quelle da lei citate, e riportate nel database delle traduzioni letterarie arabo-italiano (che mi pare non sia online, controllerò).

    Il paragrafo sui diritti d’autore riassume le considerazioni dei traduttori letterari (11) che hanno risposto a un questionario inviato da me (spedito anche a lei il 30/09/2010 su due indirizzi mail, senza risposta). Idem per la questione della censura. Se avessi avuto più riscontri ai questionari inviati avrei sicuramente potuto fare un’analisi più sfaccettata.

    Quando cito Non sottomessa è per esemplificare una tendenza editoriale verso la cosiddetta “letteratura femminile”, e dico chiaramente che questo libro e gli altri nella stessa nota non sono tradotti dall’arabo: We find both serious and superficial studies, some translated from Arabic like Nawal al-Sa‘dawi’s publications; other books are translated from Western languages describing the worst of women’s condition in the most conservative Islamic countries (p. 12).

    La bibliografia è stata particolarmente ostica, in una raccolta dati non priva di difficoltà; certamente presenta testi datati, che hanno comunque un valore storico. Mi farebbe piacere conoscere i testi mancanti, se lei volesse segnalarmeli.

    Quanto all’accusa di fondo di acriticità, lo studio, sempre seguendo l’impostazione generale del progetto TEM, si propone come una mappatura neutra; in ogni caso ritengo, nei limiti delle indicazioni dei committenti, di essere stata analitica e non superficiale, sia nella raccolta dei dati che nella stesura del report. Ben venga ogni osservazione, comunque, per lavori come questo che necessitano di continui aggiornamenti.
    Cordialmente
    Mariangela Masullo

    1. cara mariangela,
      innanzitutto mi spiace per non aver risposto al questionario, che evidentemente si è perso nella marea della rete…
      come dicevo a celine, il punto è un altro, non la tua persona. direi che forse è proprio il fatto di redigere ricerche “neutre” il problema, che come tale, a mio parere, non rendono conto della situazione. l’italia, nel mercato editoriale americano, per esempio, in relazione alla traduzione dall’arabo, viene descritta come un’anomalia, proprio per il solo fatto che la traduzione dall’arabo sia in mano a professori universitari e non a esperti del settore editoriale, indipendentemente dal fatto che operino bene o meno. Altra anomalia è quella di avere testi tradotti da persone che traducono un testo e poi basta, non sono cioè traduttori letterari professionisti a parte quei 3 o 4 nomi che ricorrono. sulla censura poi, credo senza dubbio che quanto riportato sia stato scritto sulla base delle interviste, il punto è che non è vero. i tagli ci sono eccome, sia in accordo con l’autore che senza farglielo sapere, pratica peraltro in uso anche alla AUC, per non parlare delle case editrici francesi. venuti non viene nemmeno considerato dai traduttori dall’arabo eppure ha posto sul tavolo problemi che per chi traduce da lingue come l’arabo sono, a mio modo di vedere, fondamentali. esiste una responsabilità del traduttore che non viene minimamente considerata. chi ha cercato di sottrarsi a questo schema, lo fa con estrema fatica ed è, diciamo così, “non tenuto in considerazione” come traduttore. come affermo nel post, le cose stanno lentamente cambiando soprattutto perché finalmente alcune agenzie letterarie, oggi, rappresentano gli autori arabi, e le traduzioni non avvengono più così, per rapporto diretto fra autore e traduttore. secondo me era ora. si tratta di riconoscere il diritto di essere autore pari a quello riconosciuto a scrittori europei e/o americani. si tratta di politica della traduzione.
      per la biblio ok, ti mando qualcosa privatamente tramite academia.

    2. Una precisazione: “Memorie del vento” di Adonis è una raccolta di poesie tradotte da Valentina Colombo “dai testi originali” = arabo (si legge nella seconda di copertina). L’editore è Guanda (1998).

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