The Oxford Handbook of Arab Novelistic Tradition

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Wail S. Hassan. Ed. 2017. The Oxford Handbook of Arab Novelistic Tradition. Oxford: Oxford University Press.

L’Oxford Handbook, come tutti i testi di questo genere, cerca di racchiudere quanto più possibile sulla produzione prosastica araba. Il volume – 751 pagine – è suddiviso in tre parti. La prima, che ha per titolo “Continuities” (19-157) dopo l’Introduzione del curatore, presenta sette articoli a tema generale che affrontano argomenti come la teoria del romanzo arabo, il romanzo arabo e la storia, le donne e il romanzo arabo, le 1001 notte e il romanzo arabo e così via. La seconda parte, “Developments” (157-500) presenta, paese per paese, una panoramica dello  sviluppo del romanzo. Vi si trovano capitoli su tutti i paesi arabi, l’Eritrea, l’Africa sub sahariana; due capitoli sono dedicati all’Egitto. La terza, infine, e trovo interessante che vi sia, si intitola “Diasporas” e comprende articoli sulla produzione di autori arabi in lingue straniere nei principali paesi europei, negli Stati Uniti, in Sud America, Australia e Canada.

Va da sé che un testo di questo genere non può essere esaustivo, ma è piuttosto utile come desk reference per capire cosa si muove in ciascun paese, o perlomeno come legge la produzione di un certo paese l’autrice o l’autore del capitolo ovviamente. Si trovano anche, qui e là, alcuni cambi di prospettiva che possono far ben sperare, anche se molto molto cauti. Nel capitolo The Arabic Novel and History, a esempio, Roger Allen intitola un paragrafo “The Imported and the Indigenous” (bontà sua) nel quale discute l’annosa questione dell’origine interna del romanzo in lingua araba o se esso sia solamente imitazione, pur con apporti poi originali, della forma romanzo occidentale. Parlando del “pre-modern Arab-islamic heritage” (p.50) afferma:

“Research on this braod cultural movement, and the development of literary genres in particular, has thus far tended to give graeater emphasis to the importation factor, and, in retrospect, it seems possible to justify the tendency with regard at least to the initial phases in the development of the Arabic novel”  (corsivo mio).