The Diesel

 

Thani 09a9c8545d6dfc9f62966567Al-Suwahidi, Al-dìzel Dàr al-giadid, Bayrut 2011.

Diesel, dello scrittore Thani Al-Suwahidi è considerato uno dei racconti lunghi più discussi e interessanti nel panorama della produzione degli Emirati. Pubblicato una prima volta nel 1994 a Beirut non ebbe molto riscontro di critica o di pubblico, cosa che invece ha suscitato con la seconda edizione nel 2004 e con quella del 2011 (la quinta), seguita nel 2012 da una traduzione in inglese. La storia ruota attorno a Diesel, il protagonista, ed è, più che scritta in prosa, raccontata come un flusso di coscienza in un lingaggio fortemente poetico (Al-Suwahidi è poeta innanzitutto e ha scritto molto anche in prosa poesia) come una converszione che il protagonista intrattiene con la lettrice e il lettore. Il narratore-protagonista è una persona che alberga un’anima di donna in un corpo maschile, come egli stesso afferma. Quando scopre la danza e la musica comincia a cantare e diventa talmente popolare che la sua arte ispira la ribellione nella regione contro l’élite al potere.

Durante una trasmissione di Al-Jazeera, as-Suwaydī ha ammessoo che Diesel ha choccato i lettori (e infatti spesso, nei titoli di articoli dedicati all’autore, si ritrova l’espressione “il romanzo choc”, “l’autore del romanzo choc”) perché tratta di un transessuale nella regione del Golfo, ma ritiene che in realtà il tema del testo sia l’effetto che la scoperta del petrolio ha avuto su una comunità tradizionale nella quale il modo in cui venivano costruiti i rapporti tra le persone è stato stravolto “dall’oro nero”. Diesel perciò, secondo le sue parole, rappresenta un atto di ribellione contro una società che non valorizza più il rapporto umano e privilegia invece rapporti basati sulla moneta.

Come in altri romanzi, la prima esperienza di Diesel – ovviamente anche il nome non è scelto a caso e fa da contrasto forse a naft – avviene in moschea quando ha quindici anni. Una sera il padre, adirato perché è rientrato in ritardo lo lascia fuori di casa e il ragazzo si reca in moschea per passare la notte. Quando arriva il muezzin si avvicina e gli chiede:

“Di chi sei figlio?”
“Suo”, risposi.
Mi fece cenno di sedermi accanto a lui e disse “Se stanotte vuoi dormire qui, devi pagare il viandante che sta dormendo in un angolo della moschea”.
“Non ho denaro”.
“Allora devi fargli un favore e soddisfarlo”.
Si avvicinò al viandante, gli parlò e si sedette, mentre questi venne verso di me e mi passò una mano fra i capelli. Poi scese sul mio collo e da lì al mio petto. Chiese: “Hai sentito parlare della virtù?”
“Sì” risposi.
“E del suo profumo?”
“Quello non lo conosco”.
Amici, ho cominciato così. (40).

L’esperienza avviene senza violenza, Diesel ricorda solo come è successo, e As-Suwahidi lascia la lettrice e il lettore libere di interpretare il dialogo come meglio credono. Il giorno dopo, inoltre, il padre si reca in moschea per cercarlo e, quando arriva,

Andò dal muezzin e sorridendo, parlò con lui a bassa voce. Il muezzin fece un cenno in direzione del viandante, poi mio padre si avvicinò e mi guardò. […] Ero perplesso quando seppi che mio padre si era offerto di aiutare il viandante e che lo aveva invitato a stare con noi per alcuni giorni. Casa nostra aveva solo due stanze; una per mia sorella e mio padre, l’altra ospitava me e il viandante. Quest’uomo fu generoso e mi diede più affetto paterno in una settimana che mio padre in tutta la sua vita. Se ne andò senza salutare, ci svegliammo una mattina e non c’era più. Quando chiedemmo al muezzin, disse che era andato in un’altra moschea, in un’altra città (41-42).

Quest’esperienza permette a Diesel di scoprire la sua vera identità: comincia a passare il tempo con sua sorella e altre donne e a riconoscere come si sente: Per la prima volta sentivo di possedere un corpo di donna e non volevo più resistere a questa forza femminile. Tutta la mia persona cominciò a muoversi, come se mi fossi improvvisamente svegliato in un modo assoluto (44-45).

Scopre così il suo talento di cantante e ballerino travestito, talento che mette a disposizione per feste e occasioni speciali. Diesel viene accettato dalla società grazie al suo travestirsi; anche se il suo cuore è “a destra” (51), le persone fanno a gara per andarlo ad ascoltare e la sua reputazione supera i confini della sua città. Il riconoscimento diventa “più grande di quello dell’imam della moschea” (68). Il corpo di Diesel, un corpo che non si confroma alla norma, diventa uno strumento contro la politica della società del Golfo e il pubblico che ascolta Diesel comprende che “sono nati nuovi soli in un modo nuovo”  (70). Ovviamennte, tutto questo non può avvenire senza una reazione da parte del potere. Una sera, infatti, a Diesel viene detto di “interrompere tutto quello che stavo facendo o l’avrei pagata” (71). Quella stessa notte viene aggredito e costretto a restare a letto per tre mesi. Ma il processo messo in moto non può fermarsi poiché le persone “poterono sentire un sermone diverso, un sermone completamente differente” (74).

In conclusione, il corss dressing di Diesel funge da metafora anticipatoria per gli eventi occorsi nel Golfo poco dopo le edizioni successive alla prima, cosa questa che ha sicuramente contribuito al successo tardivo. As-Suwahidi stesso afferma che la storia è metaforica: desiderava descrive i profondi cambiamenti culturali cui è stata sottoposta la società emiratina dopo la scoperta del petrolio e l’incontro con culture e società differenti. Diesel, infatti, è il giovane quindicenne che afferma: “Che Dio maledica questa città… mi ha afferrato le viscere e me le ha messe sottosopra” (39). Il travestitismo, qui, opera solo come simbolo e non costituisce un nuovo modo di rappresentare un protagonista queer in letteratura se non per il fatto che il personaggio non è descritto negativamente, ma in modo positivo. Il testo, dunque, è sicuramente qualcosa di più che un racconto queer in lingua araba, tuttavia è proprio atraverso un corpo rivoluzionario che questo qualcosa in più si manifesta.