Symboliques corporelles et espaces musulmans

T. Zannad, Symboliques corporelles et espaces musulmans, Cérès Production, Tunis 1984

Se per noi occidentali la casa e lo spazio rappresentano qualcosa di diverso a seconda delle nostre esperienze personali, ma per tutti troviamo un denominatore comune, rigido, la concezione dello spazio e della casa, il modo in cui questa viene vissuta, cambiano completamente quando ci avviciniamo a un’altra cultura.

Così, se entriamo in un cinema, cercheremo di sederci lontano da chi è già seduto, mentre per un orientale avverrà proprio il contrario: egli troverà un posto il più vicino possibile a chi è già accomodato. Ciò è dovuto a un modo differente di vivere lo spazio, il corpo e il rapporto con gli altri corpi, che definiremmo più morbido (un bel saggio su questo argomento è quello di G. Bachelard, La poetica dello spazio).

Nella cultura araba è la casa a delimitare lo spazio aperto: l’accesso alla casa – ma anche alla zawiyya, alla madrasa, al hammàm – è a spirale (sikka) per separare meglio l’esterno dall’interno e questo movimento a spirale si riproduce esattamente nel labirinto di viuzze della medina.

Tra la casa e l’esterno si instaurano una serie di relazioni, movimenti collegati alla dinamica corporea che sono indice del modo di rapportarsi al mondo, ci ricorda Traki Zannad. Il movimento tra casa e mondo esterno di uomini e donne, a esempio, è parallelo ma inverso: il movimento delle donne risulta essere concentrico verso l’esterno, seppur sia per la maggior parte rivolto all’interno della casa, è infatti nel wast ad-dàr che la donna vive per la maggior parte del tempo.

L’uomo, benché viva più all’esterno, ripete nei suoi movimenti la stessa dinamica ma in senso inverso.

Questa strutturazione concentrica riprende il concetto della creazione del mondo  secondo la cosmogonia araba. Il parallelo può essere fatto anche tra lo spazio della casa e quello della moschea, entrambi vuoti quando non vi si è e pieni quando vi si è.

Da qui l’autrice propone un confronto con la dinamica corporea, che viene rappresentata come un movimento a spirale in senso antiorario fin dai tempi più antichi e non solo nel mondo arabo (si pensi alle danzatrici del palazzo di Samarra) per giungere ad affermare che forse questa dinamica è più in armonia con i nostri centri di energia.