Santé, médecine et société dans le monde arabe

E. Longuenesse, sous la direction de, Santé, médecine et société dans le monde arabe, L’Harmattan, Paris 1995

Se numerosi sono i testi che si occupano della medicina araba classica, presentandone lo sviluppo, i maggiori rappresentanti e in parte il legato lasciato alla medicina odierna, pochi sono quelli che si occupano del rapporto tra la salute e la società soprattutto in epoca moderna.

È quello che cerca di fare Santé, médecine et société dans le monde arabe, volume che raccoglie scritti di autori diversi sulla concezione della malattia nel mondo arabo, della cura e del rapporto tra istituzioni e malati, analizzando i rapporti complessi che esistono all’interno di questi ambiti.

Nel mondo arabo musulmano contemporaneo coesistono, infatti, diverse “medicine” oltre a quella moderna: la cosiddetta medicina del Profeta, la medicina popolare, il retaggio della medicina araba classica.

Ciascuna di esse è legata a un aspetto sociale e a una determinata congiuntura politica. Se ultimamente si assiste al tentativo di definire e adottare una medicina “islamica” è perché nel contesto politico attuale anche la medicina diventa un perno attorno al quale l’islamismo tenta di promuovere un nuovo modo di mobilitazione e di integrazione sociale; la medicina del Profeta e le pratiche legate a un uso magico della guarigione hanno avuto la loro età dell’oro verso la fine del XIII secolo, ossia contemporaneamente allo sviluppo delle confraternite sufi, che privilegiavano questi due aspetti cercando di integrarli, al punto che difficilmente sono ormai distinguibili.

L’ingresso della medicina in senso occidentale nella società arabo musulmana ha portato da un lato all’affermazione del concetto di cura di sé, facendo sì che vi sia da parte della popolazione una richiesta precisa nei confronti dello stato in relazione alla diagnosi e alla cura, attitudine questa promossa anche da numerose campagne di sensibilizzazione nei diversi paesi; ma, contemporaneamente, ha messo in crisi l’utilizzo della medicina tradizionale in genere praticata da donne, escludendo così queste ultime da una presenza pubblica già problematica per altri versi.

Ancora, viene analizzato il concetto di malattia nell’Islàm, l’utilizzo del Corano nella guarigione, lo stimolo che la concezione della malattia come prova positiva costituisce nella ricerca di una soluzione – sempre tenendo presente che la guarigione può provenire solo da Dio – nonché il rapporto tra il malato e chi lo circonda.

La medicina come pratica sociale rappresenta così una delle numerose sfide che i paesi arabo musulmani devono affrontare.

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