Muslim Women’s Fashion

Domenica 18, nel pomeriggio, si è svolta a Sesto San Giovanni la prima sfilata di moda “muslim correct”, perdonatemi l’espressione.

Come sempre per me è stata l’occasione per meditare.

Sul volantino di presentazione era scritto ‘ingresso per sole donne’. L’ho trovato perfettamente normale. Ma ovviamente se c’è l’Islam di mezzo niente è normale. Non sarebbe stato un problema, ne sono certa, non fosse che in occasione dell’8 marzo Il Giornale ha pubblicato un articolo dal titolo “La festa della donna all’islamica. Uomini non ammessi alla sfilata”. Da notare che l’articolo non è sulla sfilata – è del 9 marzo e questa si è svolta il 18.

Bene. Arrivo sul posto e all’ingresso incontro un giornalista locale. Gli chiedo: Cosa fai qui, non è per uomini. Mi risponde che l’assessora ha detto che possono entrare perché si svolge in luogo pubblico. Mi vengono subito i nervi, non so perché. Entro e chiedo all’assessora. Mi dice che, essendo un luogo pubblico, non possono vietare l’ingresso agli uomini e che: “Un passo noi, un passo loro”.

I fotografi erano 3, tutti uomini. Mi domando: ma non potevano mandare una fotografa? E potremmo discutere a lungo. In totale gli uomini erano 6: 3 fotografi completamente fuori luogo e tre curiosi; immagino che proprio non ce l’abbiano fatta a stare a casa a vedere le partite o a leggersi un buon libro, magari sulla condizione della donna nel mondo.

In soldoni: se non è possibile vietare l’ingresso a qualcuno bene, ma si può sempre scegliere, per esempio scegliere di non andare.

Appena entrata vedo il seguente mašhad: passerella al centro, sedie a destra e a sinistra. A sinistra donne senza velo, a destra donne col velo. Andiamo bene. Mi siedo a destra, poi fortunatamente una delle organizzatrici arriva e dice ad alcune sorelle di andare dall’altra parte per lasciar spazio in prima fila alle “italiane” (anche questo è interessante, musulmane vs. italiane).

L’assessora ha fatto un bel discorsetto. Sulla donna, le donne, le donne di qualunque  cultura e religione unite dalla ‘donnità’ (a parte il fatto che credo che la categoria ‘donna’ sia solo una categoria che è espressione delle fantasie maschili). Al termine del quale ha letto una frase sulle donne. Dicendo che non sapeva chi l’avesse scritta, ma che le piaceva, la frase di un saggio. Chissà perché, dato anche il testo e dato che si è parlato di “festa” della donna, non avrebbe potuto essere una saggia.

La sfilata termina. Tè e dolci (ma noteranno che quando qualcosa è organizzato da arabe c’è sempre un rinfresco? si chiederanno come mai oltre a strafogarsi?).

La serata in sé è stata molto bella. Le ragazze che hanno organizzato la sfilata vivaci e intelligenti, sono riuscite a trasmettere dei contenuti anche in un evento modaiolo. E questo mi pare l’aspetto interessante. Spero ce ne siano altre.