Modernità arabe

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L. Casini, Maria Elena Paniconi, Lucia Sorbera, a cura di, Modernità arabe. Narrazione, narrativa e nuovi soggetti nel romanzo egiziano, Mesogea, Messina 2013.

Di questo libro ho avuto occasione di leggere solo la prefazione, il volume non sono ancora riuscita a procurarmelo. Ho cominciato a leggerla in metropolitana e dopo la prima pagina mi sono completamente estraniata da quello che mi stava intorno, perché ho – finalmente direi – ritrovato tutta una serie di riferimenti che da anni inserisco nei miei articoli, negli interventi ai convegni, nei libri. ma non è solo questo. L’italiano, lo stile con cui è scritta, il ritmo, sono fantastici (specialmente la prima parte). Quando sono arrivata a pagina 18 e ho letto in relazione al canone “più poroso” ho avuto un tuffo al cuore, sul serio.

Insomma un’Introduzione bellissima (citano persino Spivak, ma da quando gli/le arabisti/e citano Spivak? a parte me ovviamente). Innanzitutto per l’approccio, che sottolinea l’aspetto politico della letteratura – e chi se non io potrebbe condividere di più? – ma anche perché finalmente la letteratura araba viene approcciata in modo trasversale (transectionality). Credo che in italiano sia davvero la prima volta; anche se ultimamente un paio di monografie ben fatte sono uscite, restano pur sempre descrittive, approccio che ormai ha fatto il suo tempo. Era ora di passare alla diffrazione.

Rosi Braidotti, nel suo The Posthuman (Polity Press, Cambridge 2013), ci parla (riprendendo Deleuze, intendiamoci) della teoria del rizoma, ossia un qualcosa le cui radici spuntano da una parte e dall’altra e – ovviamente sto semplificando – ritiene questa modalità di lavoro l’unica via per poter salvare le Humanities nell’Accademia (ossia dare spazio alla diversità concettuale nella scholarship). Contemporaneamente esce in lingua italiana – miracolosamente dopo 30 anni – Homo Academicus di Bourdieu (Dedalo, Bari 2013) ed era ora. Un libro che ho molto amato, ho ancora la versione originale francese con la copertina di un arancione stinto, ancor più stinto dati gli anni…

Non so, mi piace collegare questi tre libri che in qualche modo nella mia testa vanno nella stessa direzione.

Certamente l’Introduzione fa venir voglia di leggere il resto.

 

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