Lezioni di arabo

R. Campo, Lezioni di arabo, Feltrinelli, Milano 2010

Non avevo mai letto nulla di Rossana Campo e ho comprato il libro esclusivamete per il titolo, perché contiene la parola “arabo”. Già la copertina mi è sembrata interessante (opera della scrittrice stessa): il disegno di una donna stilizzato, con un corpo abbastanza informe, e nel quale sono evidenziate le zone erogene…

Il romanzo è ambientato a Parigi e ci presenta Betti, una donna italiana, che lavora in una rosticceria gestita da un arabo, Hassan. Trascina i suoi giorni in un’infelicità senza desideri.

Betti ha un passato che l’accompagna, un passato legato al suo ingresso nella sfera della sessualità goduta in modo positivo, ma anche a un’esperienza tragica che l’ha in qualche modo segnata. Nel suo essere consapevole di una vita in qualche modo sbagliata ma senza per questo essere particolarmente triste, incontra Suleiman, un insegnante di liceo anch’egli sempre al margine della vita.

L’incontro fisico fra i due protagonisti avviene con un rapporto anale – sulla simbologia del quale lasciamo libero di scegliere chi legge:

“[…] ci accasciamo legati e restiamo così, stretti e aggrappati uno all’altra ansimando, con i miei singhiozzi in sottofondo, come due naufraghi impauriti che hanno trovato una zattera, una barca, qualcosa che si illudono potrà salvarli” (p. 26)

in una sorta di continuità con il passato della protagonista che così descrive la sua prima esperienza di sodomia:

“…e sono finita in un posto dentro di me che mi fa paura ma che comincio a conoscere e sento che in questo posto sono proprio io, […]”. (p. 128)

Rossana Campo ha la capacità di scrivere l’intimità in modo chiaro e semplice, dimostrando l’esistenza di un’estetica femminile che riesce a dire il corpo e il sesso senza mai cadere nello stucchevole o nel morboso. Il sesso diventa così parte della relazione, il punto dal quale si può partire – al di là dell’illusione d’amore – per creare una relazione.

I due percorsi narrativi, quello del presente e quello del passato, si ricongiungono alla fine offrendo una speranza di serenità.

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