Les Algériens au miroir du cinéma colonial

A. Megherbi, Les algériens au miroir du cinéma colonial. Contribution à une sociologie de la décolonisation, Editions I.A.I.G., Alger 2009.

La recente uscita del Film Hors-la-loi ha suscitato diverse polemiche in Francia. Val la pena forse allora accostarne la visione alla lettura di questo bel libro, nel quale l’autore, professore all’Università di Algeri, analizza dal punto di vista sociologico il sistema coloniale per demistificarlo e demitificarlo attraverso un’analisi puntuale della produzione cinematografica coloniale (vengono analizzati una cinquantina di film).

Alcuni film, noti anche al pubblico italiano, con attori che in anni passati hanno avuto notevole successo di pubblico, vengono collocati all’interno di alcune categorie che Megherbi istituisce per delineare il percorso che ha portato dall’eliminazione degli algerini dal cinema in quanto fruitori di spettacolo alla funzione del cinema come specchio del sistema coloniale.

In effetti, secondo l’autore, si passa dalla derisione del colonizzato con film come Tartatin de Tarascon a una produzione più mirata che coinvolge altri temi quali la sessualità, gli amori su sfondo esotico, l’immagine positiva del colono, la croce al servizio del colono, la spada al servizio del colono.

Posto particolare è, ovviamente, riservato alla donna colonizzata che ha ispirato abbondantemente i cineasti francesi (e non solo).

Sarà solo tre anni dopo l’indipendenza che uscirà nelle sale una produzione algerina, Algerie en flammes di Réné Vautier, regista francese che decise di restare in Algeria per ricostruire la scuola cinematografica della capitale, che i francesi avevano abbandonato.

Ricordo anni fa un suo intervento al Festival del Cinema Africano in cui raccontava questa esperienza, molto toccante. In ogni caso dal nulla lasciato dalla Francia nasceranno registi di vaglia come Mohamed Lakhdar Hamina o Ahmad Rachidi.

Dopo la lettura di questo volume meglio si comprendono anche le polemiche che i film algerini suscitano ancora oggi. Certamente la Francia deve ancora fare parecchi conti con il suo passato coloniale.