Histoire de la littérature arabe moderne

B. Hallaq et H. Toelle, Histoire de la littérature arabe moderne, Tome I 1800-1945, Sindbad Actes Sud, Paris 2007

L’obbiettivo di questo volume è esplicitato nell’introduzione: colmare una lacuna nell’ambito delle pubblicazioni che riguardano la letteratura araba moderna.

Effettivamente, se si esclude il volume della Cambridge History of Arabic Literature dedicato al periodo moderno, che del resto copre solo una parte esigua della produzione in lingua araba, questa Histoire de la littérature arabe moderne solletica l’interesse di chi si occupa di letteratura, intanto perché si contrappone come la risposta francese all’impostazione anglofona e inoltre perché non è una storia della letteratura, perlomeno nelle intenzioni.

L’impianto del volume parte da un’introduzione che inquadra la situazione del mondo arabo alla fine del XVIII secolo per poi presentare una serie di contributi divisi per ambito scritti ognuno da uno specialista del campo. Interessante il fatto che ampio spazio venga dato al teatro, alla letteratura popolare, alla lingua e alla critica letteraria, settori generalmente poco studiati.

Lodevole anche il tentativo di inserire – finalmente – il Maghreb all’interno di un testo che si occupa di letteratura araba anche se ancora numerose sono le lacune, cosa ancor più stupefacente (ma lo è davvero?) visto che si tratta di un’edizione francese. Il capitolo sulla poesia, a esempio, tace, fra le altre, della figura di Hammùd Ramadàn, poeta algerino in lingua araba classica che già nel 1921 scrive poesie in verso libero e dei poeti maghrebini in generale, la cui esistenza viene solamente accennata in poche pagine (609-617) nel capitolo dedicato alla poesia popolare, nelle quali si “riscopre” – ed era ora – il malhùn.

Il volume, che si annuncia come il primo di una serie, riesce in ogni caso nell’intento proposto e cioè quello di render conto dell’evoluzione degli studi sulla letteratura araba negli ultimi decenni soprattutto nel campo degli studi letterari e della sociologia, ripercorrendo il periodo dalla nahda al 1945 secondo i due filoni dell’ihyà (il rivolgersi al passato e quindi il riferimento agli autori del periodo medievale e alla lingua classica) e dell’iqtibàs (la tensione verso la modernità e l’utilizzo di forme letterarie nuove), in tal modo consentendo al lettore di percorrere parallelamente questi due percorsi, presenti nella letteratura araba ancora oggi.

Tra coloro che hanno contribuito al volume anche una studiosa italiana, Monica Ruocco, che ha curato un denso capitolo sul teatro.