Early Medieval Arabic

K. C. Ryding, Early Medieval Arabic. Studies on al-Khalil ibn Ahmad, Georgetown University Press, Washington D.C. 1998

Comprendere il pensiero linguistico arabo riveste importanza non solamente per uno studio interno della lingua ma anche nell’ottica auspicabile di studi di comparatistica. In genere, infatti, lo studio della tradizione grammaticale araba poco si concentra su quelle che possono essere le interazioni fra pensiero linguistico e ambiente socio politico e privilegiano l’aspetto descrittivo.

E tuttavia, un approccio più attento alla relazione tra costruzione del sistema grammaticale e società si rivela strumento adeguato per comprendere anche lo sviluppo del pensiero della civiltà arabo musulmana facendo riferimento ai presupposti che sottostanno allo studio e alla costruzione di un sistema grammaticale.

Al-Khalil ibn Ahmad, considerato fondatore della teoria linguistica araba o quantomeno colui che per primo la sistematizzò in forma scritta, è noto per i suoi studi di grammatica, metrica e musica e incarna anche la figura ideale dello studioso del medioevo arabo musulmano, che unisce la scienza alla saggezza e a una serie di caratteristiche personali che ne fanno il rappresentante di una società che vuole imporre un modello alle popolazioni con cui viene man mano in contatto chiedendo loro di far proprio un passato mitico e originario che è l’universo valoriale di riferimento dell’Islàm.

Egli, come ci ricorda un saggio di M. G. Carter contenuto nel volume, era consapevole del legame fra sapere e potere – “Gli studiosi conoscono il loro dovere nei confronti dei potenti, ma i potenti non conoscono il loro dovere nei confronti dei sapienti” -, e faceva riferimento a quanto detto nella realizzazione dei suoi studi, tutti volti, in ultima analisi, a chiarire il significato del testo coranico.

Al-Khalil, che incarna consapevolmente la fusione tra valori etici e scientifici del suo tempo richiesta alla professione di insegnante, sottolinea nelle sue opere anche la differenza fra diversi tipi di studioso: colui che sa e sa di sapere (lo studioso), colui che sa e non sa di sapere, colui che non sa e sa di non sapere (l’ignorante) e colui che non sa e che non sa di non sapere (il folle), sottolineando in tal modo un’altra caratteristica del sapere arabo, ossia l’inscindibilità della fusione emica ed etica del linguaggio e del sapere che veicola.