CousCous

CousCous di Abdel Kechiche, titolo originale: La graine et le moulet, Francia 2007, 151′

A volte, nella vita, capitano eventi che ci schiacciano completamente e che rimettono in discussione tutta la nostra esistenza. Così accade al protagonista di Couscous, che si ritrova senza lavoro dopo un percorso più o meno simile a quello di tanti immigrati maghrebini in Francia e che inizialmente sembra non riuscire a reagire.

Gli stessi eventi che ci precipitano nella disperazione, tuttavia, a volte, possono offrire l’opportunità di inseguire un sogno, che ci permetta di sentirci vivi contro ogni previsione. Così, Beiji decide di ristrutturare una nave e di farne un locale contro il parere di tutti…

Un film con molte immagine tenere, questo, come le scene ambientate al caffè, nelle quali gli immigrati si ritrovano e parlano e discutono con quel modo di fare tipico, persone sottili; o quelle nelle quali seguiamo il protagonista, nella sua disperazione esistenziale che lo porta alla fine a realizzare il sogno.

Ma i sogni e le aspirazioni si realizzano solo per coloro che nascono già in qualche modo avvantaggiati per nascita e condizione sociale. Beiji troverà la morte per un motivo futile e si accascerà al suolo in un angolo, solo, così come solitaria è stata la sua vita. In un ambiente mediocre le idee e i sogni non hanno diritto di cittadinanza.

Anche la scena ritratta dalla locandina della versione italiana – che nel film dura forse un po’ troppo a lungo – ci ricorda che in fondo, quella che piace vedere è un’immagine esotica del mondo arabo.