Con poco zucchero

S. Faik, Az sekerli, Con poco zucchero, testo turco a fronte, trad. di L. Beretta, A Oriente!, Milano 2007.
Un’insolita Istanbul fredda e piovosa, dove, per qualche strano motivo, la neve ti cade anche dentro. Storie di amori e abbandoni, intinte nell’ottimismo o nella disperazione. “Se non scrivo divento pazzo!”, così affermava Sait Faik.  Ansioso di raccontarci quella sua città che oggi non esiste più, la Istanbul dei
primi anni ‘50, travolta per sempre dalla storia, coi suoi eroi che hanno sulle labbra canzoni greche, i teatri che celebrano il modernismo laico e militante, i cinema ambiguamente affollati.
Con poco zucchero raccoglie le ultimissime testimonianze di un autore che la Turchia annovera tra i maestri della sua lingua, e a cui intitola il premio letterario che ogni anno laurea il miglior racconto.
Sait Faik Abasiyanik (1906-1954) è nato ad Adapazari, non lontano da Istanbul. Qui frequenta i corsi universitari di letteratura, ben presto interrotti per recarsi a Grenoble. Si fermerà in Francia tre anni, prima di tornare in patria e dedicarsi alla scrittura. Il suo primo volume di racconti esce nel 1936, cui seguiranno altre storie e reportage, due romanzi e un volume di poesie. Successo e censura lo accomuneranno al destino di altri scrittori contemporanei turchi, tra cui l’amico Nazim Hikmet. Questo volume riunisce il meglio di due raccolte di racconti uscite nell’anno della sua  scomparsa: C’è un serpente a Alemdag e il postumo Con poco zucchero.