Classic Ships of Islam

D. A. Agius, Classic Ships of Islam: From Mesopotamia to the Indian Ocean, brill, Leiden Boston 2008

Poggiando su fonti letterarie, ma anche su  prove iconografiche e reperti archeologici, Classic Ships of Islam presenta la storia delle tecniche di costruzione navali dall’antichità al periodo del medioevo musulmano.

Dionisus Agius, già autore di altri due studi sull’argomento, che tuttavia lo affrontano eminentemente dal punto di vista culturale, in questa terza opera discute il metodo e le principali fonti in arabo cui fa riferimento.

Interessante la metodologia scelta: partendo dalla constatazione della difficoltà riscontrata nel reperimento delel fonti l’autore adotta il metodo utilizzato negli usùl al-fiqh, consapevole che, osservando l’oggetto della ricerca da diversi punti di vista – e non esistendo una teoria che copra tutti gli aspetti – sia possibile avvicinarsi maggiormente a una visione veritiera (truth nelle sue parole).

Affronta poi i primi contatti degli Arabi per via marittima e la struttura delle principali città portuali, senza tralasciare alcuni interessanti aspetti legati all’industria navale e marittima come il contatto fra lingue, la terminologia tecnica, gli scambi culturali e la presentazione delle diverse figure impegnate nelle attività navali.

La parte centrale del volume si occupa naturalmente dei diversi tipi di imbarcazioni e dell’uso che ne veniva fatto alla ricerca di elementi che permettano di desumere una sorta di mappatura storico culturale attraverso la storia delle imbarcazioni e di quanto ruotava loro intorno, soprattutto per quanto riguarda alcune zone dove per il periodo analizzato le fonti sono più carenti, come l’Oceano Indiano.

L’ampio apparato iconografico, oltre a illustrare i materiali utilizzati per la costruzione delle imbarcazioni così come desunti da fonti letterarie e ricercati in natura dall’autore, pone sovente a confronto immagini tratte da manoscritti dell’epoca con fotografie contemporanee di imbarcazioni ancora utilizzate in alcune zone del mondo arabo musulmano stabilendo così una continuità del gesto.