Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas e Amina Wadud. No, dico. Asma Barlas e Amina Wadud, due teste pensanti non da poco per chi si occupa di Gender e femminismo islamico. Leggo che l’ingresso è libero fino a esaurimento posti e nella mia innocenza mi immagino folle oceaniche di persone che verranno ad ascoltarle, visto che è la prima volta che vengono in Italia. Mi reco perciò al teatro con un certo anticipo.

Pochissima gente. Orrendo dibattito se si può chiamare dibattito. Un’accozzaglia di scempiaggini, un interprete dall’arabo ridicolo, nessuna analisi un po’ approfondita. Quando viene il turno di Asma Barlas e AminaWadud vengono fatte parlare 15 minuti in due, perchè c’è una giornalista che fa durare le sue domande più del dovuto.

Insomma, due persone due studiose che avrebbero parecchio da dire sono state sprecate così, in una sala semivuota, intervistate da due persone che del loro lavoro, si capiva perfettamente, non sapevano nulla. E già, perché il titolo dell’incontro era “Sottomesse (e volontarie): le donne nelle guerre dell’ISIS”. Ditemi voi cosa c’entra con Asma Barlas e Amina Wadud.

Domani se ne tornano a casa loro, negli Stati Uniti. E se non tornassero più in Italia non mi stupirei per nulla. La sensazione è stata che chi ha organizzato l’evento-spettacolo proprio non sapesse chi aveva di fronte, perché altrimenti non le avrebbe trattate così. Un vero perccato.