I. Samhan, A chi porti la rosa?, testo arabo a fronte, trad. di V. Colombo, Interlinea Edizioni, Novara 2009
Irrequieto come se il vento fosse sotto i miei piedi (al-Mutanabbi)
Irrequieto. Mi cancello per scrivermi Di nuovo Irrequieto. La bacio Come se il mare mandasse L’onda dentro me E annegassi Irrequieta. Mi bacia Il mio viso cade per sbaglio Tra due colombe Dormo Irrequieta. Mi sbuccia Bottone dopo bottone La verità è completamente nuda Irrequieto. La spremo Come un chicco di melograno Mi beve In un sorso solo Irrequieto. Mi dirigo verso un’altra stazione Una balena nel ventre del cielo Una lentiggine sulla strada Irrequieto. Spalanco la sua finestra su distese di pini slanciati Gli uccelli hanno i brividi Irrequieto. Si distende in noi il mare Con l’alta e la bassa marea Con la bassa e l’alta marea Irrequieto. Il sole è allo zenit Nel cielo della notte Divento una nube Irrequieta. Si lamenta Di ciò che non sapevo Lei si rivolge a Dio Piccola come uno scricciolo Irrequieto. Chiudo gli occhi L’immagine è del tutto nitida Guarderò fisso la lente di ingrandimento Irrequieto. Il mio viso diventa Una patina sulla Fronte della rosa E le mie lacrime scorrono Irrequieto. Aggrotto le ciglia Gli occhi chiusi Aperte le roseIrrequieto. Maneggio le cose Tutte le cose stanno per infrangersi Irrequieta. La sigaretta mi accende Divento fumo Lei Colta dal rimpianto si spegne E sul mio petto Diventa Cenere Irrequieti. Attendiamo il nuovo appuntamento Quando squilla il telefono Una parola Irrequieto. Sto in piedi e mangio dal suo giardino Per essere benedetto dalle pesche Irrequieto. Il versetto si rigira Come se io stessi sognando Ciò che è celato è immenso Irrequieto. Le cose ci disegnano Una lettera all’inizio Una lettera alla fine Forse il caso… Irrequieto. Si raggomitola Diventa una manciata Impulsivo ma le mie ossa sono fragili.