بركات Barakàt

E va bene. Già dopo i fatti di gennaio con Chiara Comito di editoriaraba avevamo pensato di scrivere un post insieme, poi per impegni di entrambe la cosa è sfumata… Ma ieri mi ha segnalato questo  e ho deciso di dire quello che penso.

Devo dire che la “redazione” del Libraio, così è firmato l’articolo, si è impegnata. Si è impegnata a trovare le peggio cose, sia per le tesi che vi sono sostenute sia per l’approccio di alcuni testi (quando ho visto Bausani mi è venuta una “grina” di quelle… proporre questo testo per “riflettere” urla vendetta. Per il mio amico Jawhar cito il trafiletto del post che riguarda questo libro: “– L’Islam non è soltanto una religione, ma una concezione globale e integrata della storia, della cultura, dell’etica, del diritto. […]. Alessandro Bausani entra nei dettagli nel saggio L’Islam – Una religione, un’etica, una prassi politica (Garzanti).” Siamo rimasti all’800 quindi. A parte il fatto che sebbene l’autore non sia più in vita, il titolo è cambiato). Per non dire del saggio di Hungtington, pubblicizzato in copertina da Rampini come un libro “che ha avuto il destino dei veri classici da Macchiavelli a Marx”. Mi domando come mai non ci sia Fukuyama, peraltro guarda caso tradotto in italiano, forse perché col suo maestro non andava molto d’accordo?

Comunque, la redazione si è impegnata. Ci dice che i titoli proposti sono diversi per opinioni espresse, ma li sistema in modo che l’idea sia chiara. Incomincia con Malala Yousafzai, che per quanto mi sia sforzata proprio non capisco cosa abbia a che fare con i fatti di Parigi, prosegue con una serie di cose che non commento e, solo alla fine, quando ormai chi legge si è stufato, inserisce Nathan der Weise. Insomma, una bella lista per farsi un’opinione negativa degli Arabi e dell’Islàm. Complimenti.

E non venite a dirmi che è casuale o che questo è quello che offre il mercato. Si tratta di una strategia precisa, che non coinvolge solo le librerie legate a Il Libraio, giornale-pubblicità di un gruppo editoriale preciso, ma anche la Feltrinelli, come ormai sappiamo da tempo e come mostrano queste immagini, scattate a LaFeltrinelli di piazza Duomo a Milano (siete pregate/i di notare in quale categoria sono indicizzati: ideologia, religione, fanatismo, terrore):

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Di seguito propongo una controlista di saggistica [delle proposte di letteratura parlerò in un prossimo post] per riflettere, che è una cosa seria e richiede impegno e fatica. Così come capire. E’ richiesta la conoscenza delle lingue straniere purtroppo, perché i libri che fanno riflettere sul mondo arabo non vengono tradotti in italiano, dobbiamo farcene una ragione. Come consigli di lettura sono particolarmente rivolti agli autori dei libri di cui sopra, ai librai che li vendono – che se fanno un elenco così significa che proprio non sanno fare i librai, agli editori e ai giornalisti che in questi giorni hanno scritto qualunque cosa, cui consiglio anche di studiare le lingue, in special modo l’arabo ovviamente…

Propongo dieci titoli, a casaccio, come quelli proposti dal Libraio 🙂 . Per me, questi titoli sono formativi e non informativi, indipendentemente dal fatto che condivida o meno le tesi espresse e sono libri “di base” per capire cosa sta succedendo, per formarsi una “memoria”. Poi potremo anche parlare del presente.

  1. Hanna Batatu, The Old Social Classes and the Revolutionary Movements of Iraq. A Study of Iraq’s Old Landed and Commercial Classes and of its Communists and Free Officiers, Saqi Books, London 2004.
  2. Hanna Batatu, Syria’s Peasantry, the Descendants of Its Lesser Rural Notables, and Their Politics, Princeton University Press, Princeton New Jersey 1999.
  3. Peter Gran, Islamic Roots of Capitalism, Syracuse University Press, Syracuse 1999.
  4. Maxime Rodinson, Marxisme et monde musulman, Le Seuil, Paris 1972.
  5. Maxime Rodinson, Islam e capitalismo, Einaudi, Torino 1968.
  6. Jane Dammen Mc Auliffe, ed., The Cambridge Companion to the Qur’an, Cambridge University Press, Cambridge 2006. La scelta è stata difficile, ma forse dedicherò un post specifico all’argomento, perché tutti questi ermeneuti nostrani…
  7. Gisela Webb, ed., Windows of Faith, Syracuse University Press, Syracuse 2000.
  8. Finbarr B. Flood, Objects of Translation, Princeton University Press, Princeton and Oxford 2009.
  9. Anne McClintock, Imperial Leather, Routledge, London New York 1995.
  10. Da ultimo Gianrico Carofiglio, Con parole precise. Breviario di scrittura civile. Laterza&Figli, Bari 2015. Amo molto questo scrittore e cito dal testo solo un passo: “Occuparsi del linguaggio pubblico e della sua qualità non è un lusso da intellettuali o una questione accademica. E’ un dovere cruciale dell’etica civile.”