بركات Barakàt 3-Corano

Non c’è due senza tre. Questo post è dovuto al fatto che qualunque cosa facciano i musulmani non va mai bene, ma talmente non va bene che chiunque si sente in diritto di criticare. Ora, passi (ovviamente non sono d’accordo eh) che si faccia per qualunque affermazione, iniziativa o respiro, ma questa interferenza nell’ermeneutica del testo proprio non la digerisco.

Nel 2011 mi aveva colpito un’ordinanza del comune in cui risiedo che trattava del burqa. La cosa che mi aveva colpito in particolare è che le consigliere (quasi tutte donne) avevano stilato il testo inserendo relativamente al burqa una frase “poiché non è presente nel Corano” (ho una copia dell’ordinanza sia chiaro, anche se sul sito del comune stranamente non la trovo più). Guarda, guarda, mi ero detta. Le consigliere comunali hanno letto il Corano e ne hanno tratto che in esso non v’è traccia di burqa. E io scema che vado all’Università  Abd el-Qadir di studi islamici per conoscere meglio come i musulmani approcciano il loro testo sacro; faccio prima, in Comune ci arrivo in 5 minuti a piedi (e, tanto per dire, all’università Abd el-Qadir ho trovato professori di un’apertura mentale nel parlare di Corano che nemmeno ve li sognate).

Ora, qualche giorno fa ho seguito alcuni post e articoli che discutevano di surat al-ma’ida, v. 32, che alcune ragazze musulmane recavano tradotto durante i presidi di solidarietà con i francesi in seguito agli atti terroristici di Parigi del 13 novembre 2015. Anzi, per essere precisa, è una parte del v. 32:

﴾مَن قَتَلَ نَفساً بِغير نفسٍ … فكأنما قتل الناس جميعاً﴿

Non entro nel merito delle traduzioni. Ne ho scritto in parte qui. Ricordo solo che tempo fa ho visto un video dove venivano intervistate traduttrici/traduttori da diverse lingue e molto bella era l’intervista al traduttore dall’ebraico che spiegava come, quando traduce la Torah, traduce una parola al giorno perché prima deve controllare tutte le traduzioni del vocabolo attestate. Ma va?

Si aprono le danze. “Eh ma intende solo i musulmani…”, “Eh ma bisogna leggerlo nel contesto…” “Eh, ma come sai non vale per i cristiani…” e via così. Cioè: tutti possono estrapolare vv., parole, connettori dal testo del Corano e le musulmane e i musulmani no? Nessuno si permette di commentare Torah e Bibbia se non ha gli strumenti adatti mentre chiunque, davvero chiunque, può disquisire sul Corano? Chiunque si permette di fermare una musulmana o un musulmano per strada per chiedere delucidazioni su specifici vv. come se per il solo fatto di essere musulmane/i fossero automaticamente esegeti (è accaduto anche questo)? Qualunque giornalista/commentatore/religioso (non musulmano) ritiene di avere gli strumenti per spiegare il Corano?

Avete rotto. Ma veramente.

[Ho pensato a lungo a quale immagine mettere. Alla fine ho scelto questa, molto rappresentativa. E’ tratta da ilsussiadiario.net e la dida è “è possibile divorziare per telefono, lo permette il Corano”. Traete le vostre conclusioni]

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